Categoria: <span>Convenzione di Faro</span>

Presentazione del libro Aithale

AITHALE: 10 ANNI DI ARCHEOLOGIA ALL’ISOLA D’ELBA

Scritto da Comune di Portoferraio  08 Luglio 2020

Giovedì 9 luglio ore 21.30, presso l’Area Archeologica della Linguella, si svolgerà l’evento Aithale: 10 anni di archeologia all’isola d’Elba, organizzato in occasione della manifestazione regionale “Le notti dell’Archeologia 2020”, promosse dal Comune di Portoferraio-Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Associazione Archeologia Diffusa e la Fondazione Villa romana delle Grotte.

Nel corso della serata si ripercorreranno le indagini archeologiche che hanno caratterizzato negli ultimi anni l’isola d’Elba nei suoi molteplici aspetti ambientali, storici, paesaggistici archeologici. A partire da questa rinnovata stagione di ricerche si sono originati lo scavo archeologico di San Giovanni, la riapertura della Villa romana delle Grotte ed un ampio progetto di archeologia pubblica, sullo sfondo dei quali ha visto la genesi la pubblicazione del volume di Laura Pagliantini “Aithale. L’isola d’Elba, Territorio, paesaggi, risorse”, che verrà presentato al pubblico.

La serata, che sarà moderata da Rossella Celebrini, vedrà l’intervento del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Portoferraio, del Prof. Cambi (Università di Siena) e Cecilia Pacini (Fondazione Villa romana delle Grotte).

Nadia Mazzei
Assessore alla Cultura e al Turismo

 

 

3/3- CULTURA O PATRIMONIO CULTURALE? #iorestoacasa

Laboratori di “Progettazione Culturale” di Massimiliano Zane

Pubblicato su Facebook  marzo 2020 – parte terza e ultima

 

La Fondazione ringrazia Massimiliano Zane per il permesso di riprodurre e condividere alcuni suoi appunti e ciclo di lezioni sulla Progettazione Culturale.  Tre slides su un tema fondamentale, la Convenzione di Faro che ispira tutti i nostri eventi e tutte le nostre iniziative.

Un percorso di tenore generale per comprendere le basi per impostare una progettualità culturale, e come mettere a valore le opportunità offerte dal patrimonio con le necessarie accortezze.  Progettare cultura in modo partecipato è, appunto, la partecipazione.

Slide 3: CULTURAL HERITAGE, LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA

Le risorse principali di un territorio sono le persone, le conoscenze e le competenze di cui sono portatrici. Per questo, un processo sviluppo delle risorse culturali efficace non può prescindere dal coinvolgimento attivo della persone, delle comunità che in quel territorio vivono. 

Parlare di partecipazione culturale significa attivare un lavoro complesso che va ben oltre la retorica: si può chiamare partecipazione solo se le persone detengono una certa quota di potere, altrimenti è solo “sfruttamento”. Significa toccare tanti diversi fattori “attivanti”, tra tutti la responsabilità e la fiducia, senza i quali l’idea stessa di partecipazione fallisce. 

Allora, per dare nuovo valore alla cultura occorre dare nuovo valore dalle persone, perché il patrimonio principale di un territorio sono prima di tutto proprio le persone: quelle che in quel territorio si identificano e lo vivono (anche solo temporaneamente). Progettare cultura significa innanzitutto riuscire a creare valore dal dialogo e dal confronto tra queste persone. E per farlo non basta creare estemporanee occasioni per intercettare i desideri degli abitanti o dei visitatori, occorre avviare un vero e proprio percorso che inizi col mettere in «rete» soggetti e processi.

Ecco che sempre più una nuova idea di innovazione culturale prende forma: per progettare cultura serve coinvolgere direttamente tanto le persone quanto le istituzioni pubbliche e private (a tutti livelli, interni ed esterni, quali che siano compiti e impieghi) in tutte le fasi dello sviluppo progettuale; significa elaborare proposte e soluzioni innovative che nascono da una prospettiva condivisa e da una riflessione che guarda a creare nuove traiettorie di sviluppo e crescita (economica e sociale) trasversale e a lungo termine.

 

Qui la prima parte: https://www.facebook.com/1072448554/posts/10218049252237500/?d=n

Qui la seconda parte: https://www.facebook.com/1072448554/posts/10218072287653371/?d=n

 

Massimiliano Zane è progettista culturale, consulente strategico per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio, membro ICOMOS.

 

2/3- CULTURA O PATRIMONIO CULTURALE? #iorestoacasa

Laboratori di “Progettazione Culturale” di Massimiliano Zane

Pubblicato su Facebook  marzo 2020

La Fondazione ringrazia Massimiliano Zane per il permesso di riprodurre e condividere alcuni suoi appunti e ciclo di lezioni sulla Progettazione Culturale.  Tre slides su un tema fondamentale, la Convenzione di Faro che ispira tutti i nostri eventi e tutte le nostre iniziative.

Un percorso di tenore generale per comprendere le basi per impostare una progettualità culturale, e come mettere a valore le opportunità offerte dal patrimonio con le necessarie accortezze.  Progettare cultura in modo partecipato è, appunto, la partecipazione.

 

Slide 2: CULTURAL HERITAGE, UN PONTE DI TRASMISSIONE DI CONOSCENZE

Il valore del patrimonio culturale oggi si aggancia all’esistenza reale e quotidiana delle persone e persegue risultati concreti, come il miglioramento della qualità della vita e la creazione di nuove fonti di reddito.

È fonte di apprendimento non formale, capace di migliorare lo scambio e il dialogo sia intergenerazionale che interterritoriale, che anche tra cittadini e turisti, favorendo la diffusione culturale e di tradizioni ed avviando concreti processi di gestione coordinata di un sistema complesso (e frammentato), secondo una logica di coerenza, rigore ed originalità.

Ma questo cosa significa? Significa che possiamo (dobbiamo) reinterpretare il nostro patrimonio iniziando a co-progettare, co-produrre e co-ordinare nuove logiche, servizi, prodotti e metodologie di valorizzazione, possibilmente che escano dalla pura morsa “costi-ricavi”, e che identifichino l’intero settore culturale al contempo come elemento sociale attivo e dalla dignità economica e produttiva riconosciuta. Si va confermando quindi una profonda interazione tra economia e cultura anche sulle nozioni parallele di valore (capitale) economico e valore (capitale) culturale.

In altre parole: non ci può essere sviluppo economico senza sviluppo culturale (e viceversa).

Così prosegue il nostro percorso: sviluppare il nostro “capitale culturale” significa innanzitutto riconoscerlo come tale, saper veder valori e impatti, reali e percepiti, che è capace di generare, e poi riconoscere le responsabilità che questa interpretazione del “fare cultura” richiede. Una responsabilità che ne permea ogni passaggio: dall’idea all’attuazione, nell’intero suo arco di progettazione, tanto sul piano orizzontale delle comunità e dei territori, quando su quello verticale.

Perché un soggetto responsabile e responsabilizzato è coinvolto e come tale è mosso all’azione. Azione che, oltre prassi e processi, significa condividere una nuova consapevolezza del “valore” del nostro patrimonio.

 

Qui la prima parte https://www.facebook.com/1072448554/posts/10218049252237500/?d=n

Qui la terza parte https://m.facebook.com/1072448554/posts/10218081664927797/?d=n

Massimiliano Zane è progettista culturale, consulente strategico per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio, membro ICOMOS.

 

1/3- CULTURA O PATRIMONIO CULTURALE? #iorestoacasa

Laboratori di “Progettazione Culturale” di Massimiliano Zane

Pubblicato su Facebook 9 marzo 2020

 

La Fondazione ringrazia Massimiliano Zane per il permesso di riprodurre e condividere alcuni suoi appunti e ciclo di lezioni sulla Progettazione Culturale.  Tre slides su un tema fondamentale, la Convenzione di Faro che ispira tutti i nostri eventi e tutte le nostre iniziative.

Un percorso di tenore generale per comprendere le basi per impostare una progettualità culturale, e come mettere a valore le opportunità offerte dal patrimonio con le necessarie accortezze.  Progettare cultura in modo partecipato è, appunto, la partecipazione.

Slide 1: CULTURA O PATRIMONIO CULTURALE?

L’espressione patrimonio culturale ha di fatto sostituito il termine vago e al contempo elitario di cultura, includendo oggi tutti quegli elementi materiali e immateriali che testimoniano le particolari relazioni che una comunità umana ha instaurato nel corso della sua storia con un territorio.

Oggi il Cultural Heritage include ciò che prima era indicato distintamente come “cultura”: linguistica, gastronomica, locale, musicale, manifatturiera… ovvero riguarda non solo la produzione “elevata” dell’intelletto umano (arte, scienza, letteratura…), bensì l’insieme delle pratiche, dei saperi e delle consuetudini, di ogni gruppo umano sociale o comunità.

Uscito di scena il riferimento ad un insieme di «beni» di valore principalmente economico legittimamente tramandato, il patrimonio viene investito di inedite responsabilità e funzioni, passando da entità nazionale, statale, asettica a patrimonio sociale, comunitario di carattere simbolico, legato alla memoria collettiva condivisa e alla nozione di identità. 

Da qui inizia il nostro percorso: un cambio di paradigma che allarga lo spettro di interpretazione del nostro patrimonio e di conseguenza allarga anche le possibilità in esso contenute e che può offrire. Non solo arte e monumenti, non solo musei ed aree archeologiche, dunque, ma anche macchine, abbigliamento, musica, industria, tecniche, tradizioni e saperi, la cultura permea trasversalmente la nostra quotidianità, viviamo immersi nella cultura, tutto ci connota come stato di cultura, e saperla interpretare in maniera innovativa (guardandola da un altro punto di vista) significa trarre da un immenso patrimonio immense opportunità.

Massimiliano Zane è progettista culturale, consulente strategico per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio, membro ICOMOS.

Qui la seconda parte: https://www.linkedin.com/slink?code=ef7uGgJ

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