In missione per il progetto DREAMLand (acronimo per Discovering Roman Elba And Maritime Landscape ), gli archeologi dell’Università di Siena sono tornati all’Elba per accompagnare, nel suo primo incarico di studio per la Villa romana delle Grotte, la restauratrice Fernanda Cavari, insieme con il consueto gruppo di ricercatori.
È stata una doppia visita, prima per analizzare e studiare i reperti della Collezione Prof. Monaco, relativi alla campagna di scavo decennale degli anni ’60 e ’70, esposti nelle vetrine del Museo Civico Archeologico della Linguella a Portoferraio. È stato poi con gioia e interesse che la Fondazione ha accolto la restauratrice, per la prima volta, per la visita e sopralluogo al parco delle Grotte.
Fernanda Cavari , si legge nel sito dell’Università, “si è laureata in Lettere Classiche con indirizzo archeologico presso l’Università di Siena e ha proseguito la sua formazione nel campo della conservazione archeologica presso Istituzioni specifiche (Centre d’ Etude des Peintures Murales Romains-Soissons; ICCROM-Roma). Dopo aver svolto attività di collaborazione presso il Museo Archeologico di Napoli e di consulenza all’interno della Cooperativa r.l. C.a.s.t a Siena, dal 1982 lavora nel Laboratorio di Restauro di cui è attualmente responsabile. E’ stata titolare di contratti di insegnamento nel Corso di Laurea in Scienze dei Beni Archeologici della Facoltà di Lettere di Siena, nel Master “Conservazione e gestione dei Beni Archeologici e Storico-artistici” dell’Università di Siena e nella Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario della Toscana. Ha svolto attività di ricerca in particolare sulla decorazione parietale di età romana (Sistemi decorativi nella villa di Settefinestre. Nuove acquisizioni dall’ambiente 29, in Atti del X Congresso internazionale dell’AIPMA, Napoli 2010; I rivestimenti parietali in Sidi Ali ben Ahmed – Thamusida, Roma 2008; Un ambiente di I stile dall’acropoli di Populonia (saggio III): i rinvenimenti della campagna del 2004, Pisa 2006).”
Il Laboratorio di Restauro, di cui Fernanda Cavani è responsabile, “istituito nel 1982, fornisce supporto tecnico specialistico alle indagini archeologiche dei vari settori disciplinari dal periodo protostorico all’età medievale. Nei casi più complessi cura direttamente interventi in situ sui cantieri di scavo, anche a scopo didattico, pianificando idonee misure conservative per le operazioni di messa in luce, recupero e salvaguardia dei manufatti. All’interno della struttura la progettazione e la realizzazione degli interventi di conservazione e restauro si configurano come preliminari indispensabili all’interpretazione, analisi e studio dei reperti, garantendone anche una corretta gestione fisica e un’adeguata valorizzazione dal momento del rinvenimento alla loro musealizzazione. Il laboratorio è dotato di attrezzature professionali specifiche in grado di garantire procedure in linea con le metodologie più aggiornate del settore. In sede vengono svolti stages formativi, in relazione con l’attività didattica istituzionale, diretti a studenti, laureandi e laureati dell’Università di Siena o di altre università.
Le specifiche linee di ricerca della struttura sono indirizzate alla ricostruzione e allo studio tecnico e stilistico degli apparati decorativi parietali e pavimentali di epoca romana.”
È la seconda restauratrice che ci accompagna nelle ricerche archeologiche. La prima, Elena Funghini, ha restaurato il mosaico di una stanza delle terme, composto dal verde scuro e brillante del serpentino, pietra diffusa nell’intera zona limitrofa e utilizzato largamente in tutta la costruzione del complesso monumentale. Elena, di consuete frequentazioni elbane, è restauratrice di materiali lapidei, ceramici, vitrei, metallici. Docente di Resaturo materiali archeologici, ceramici, vitrei e metallici presso l’Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli, Firenze, dal 2012 ha condotto attività di scavo e restauro sul campo, presso la villa romana rinvenuta a S.Antonio (Montaione). Dal 2000 membra e, dal 2012, vicepresidente dell’Associazione Archeologica della Valdelsa Fiorentina.Recentemente ha lavorato, su incarico della Soprintendenza BABAP, al restauro della Villa romana di Gorgona.
Molte altre erano le priorità della missione di questi giorni, ma per il momento auguriamo buon lavoro in questo ultimo anno impegnativo di sintesi e di elaborazione dei dati di una ricerca che si situa all’interno degli studi sulla Rada di Portoferraio nell’antichità.