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Un nuovo progetto

Prossimo restauro della Soprintendenza

Le cisterne del complesso monumentale delle Grotte

Da poco la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, in seguito di un progetto presentato nel 2021 al Ministero della Cultura, ha ottenuto un finanziamento di 200.000 euro per il restauro, la messa in sicurezza e lo studio delle due cisterne romane del complesso monumentale delle Grotte.

 

Il nuovo finanziamento permetterà il restauro e la valorizzazione delle cisterne del complesso monumentale delle Grotte. Le cisterne sono due, quella superiore, per il recupero di acqua sorgiva, è demaniale e in consegna alla Soprintendenza, quella inferiore, per il recupero di acqua piovana, all’interno della Villa romana, è di proprietà della Fondazione “Villa romana delle Grotte”.

È previsto che il progetto, iniziato anni fa con uno studio preliminare congiunto che aveva ricevuto una vasta eco mediatica, partirà e si completerà nel corso del 2022 e riveste particolare valore, per l’importanza assoluta che l’elemento “acqua” riveste per tutto il sito archeologico.

Il progetto  intercetta gli ultimi ritrovamenti, venuti alla luce grazie alla metodologia di archeologia preventiva applicata ai lavori in corso da parte della società Terna per il passaggio di cavi elettrici sotto il manto stradale, che hanno infatti riportato alla luce, interrata dai tempi del Prof. Giorgio Monaco e i suoi scavi degli anni 1960-70, una parte interessante del sistema di nicchie dell’insediamento romano delle Grotte.  Si ricorda che la strada provinciale SP 26 è di recente costruzione, nel dopoguerra.

“Il recente ritrovamento di Terna ed il finanziamento del Ministero della Cultura – spiega la drssa Lorella Alderighi, funzionario archeologico responsabile per l’isola d’Elba – permetteranno di effettuare anche ulteriori scavi, alla ricerca di informazioni e chiarimenti sulla funzione della cisterna superiore e sulla presenza di eventuali altri vani o strutture murarie”.  

Queste ricerche e restauri, commentano la presidente della Fondazione Cecilia Pacini e l’arch. Alessandro Pastorelli membro del CdA, si inseriscono a pieno titolo in una sinergia di intenti e interessi tra la Fondazione e il Comune di Portoferraio che, nata dal 2014, è stata formalizzata nel 2016.

Dalla gestione del sito archeologico, che si è sviluppata con la direzione scientifica dell’archeologa Laura Pagliantini, coadiuvata dal Gruppo Aithale responsabile di ricerche nella Rada di Portoferraio, è nato un completo progetto di ricerca e valorizzazione della Villa Romana.  Il progetto, iniziato nel dicembre 2019 grazie ad una donazione della berlinese Prof.ssa Bettina Schwarz della Wissenschaft Förderungs Gmbh, ha visto dall’inizio il ruolo fondamentale della stessa Soprintendenza, in particolare con la dr.ssa Lorella Alderighi, mentre lUniversità di Siena con il prof. Franco Cambi inizierà nel 2022 la Quarta Campagna di Scavo, a cui ha collaborato anche l’Università di Firenze, Dipartimento DIDA di Architettura.

Decisamente il 2022 sarà un anno decisivo per le Grotte!

 

 

 

Nuove scoperte

Dagli scavi di Terna emergono resti archeologici

Archeologia preventiva:

Le scoperte, come ha detto la funzionaria della Soprintendenza Alderighi, permetteranno di fare luce sulla funzione della Villa romana delle Grotte: sono affiorati resti di strutture in opus reticulatum (opera reticolata) con pietre (cubilia) dello stesso tipo e colore (serpentino e calcare) delle strutture monumentali delle Grotte, ovviamente in relazione con esse.

La presidente della Fondazione Villa romana delle Grotte, intervistata, commenta che il complesso monumentale delle Grotte continua a stupire e ad affascinare.  Nonostante questo ritrovamento appaia quasi inaspettato, si tratta in effetti di una nuova, ennesima “riscoperta”, proprio sulla strada provinciale davanti alla Villa, di quanto il prof Monaco aveva probabilmente già scavato negli anni ‘60 e poi ricoperto per lasciare libera la viabilità stradale.    La Società Terna, se pure in maniera dettata dagli obblighi di legge che prevedono l’archeologia preventiva, si unisce così al grande e generoso lavoro corale di persone, enti pubblici, università, imprese, associazioni, che seguono e si adoperano da tanti anni per le sorti di questa ormai mitica sommità della collina delle Grotte.

Comunicato Stampa congiunto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno e la società Terna

 “Il 14 Febbraio 2022  nell’ambito dei lavori Terna per la realizzazione della seconda tratta in cavo del collegamento 132kV S.Giuseppe-Portoferraio, approvati dalla Soprintendenza di Pisa e Livorno con prescrizioni archeologiche,

venivano eseguiti i lavori nella zona delle Grotte. Data la vicinanza del percorso a siti di interesse archeologico e, in particolare, dal momento che il tracciato interessava la SP 26, ovvero la strada sulla quale si affacciano sia il complesso archeologico delle Grotte, sia la cisterna superiore un tempo collegata alla villa sottostante, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno prescriveva il controllo archeologico in corso d’opera di tutto il tracciato”.

 

Si apre così una nota della dottoressa  Lorella Alderighi, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, che dà conto di una recente scoperta archeologica connessa alla Villa romana delle Grotte.

“In particolar modo si temeva, ma anche si auspicava, che il percorso nel punto delle Grotte intercettasse qualche traccia del collegamento tra la cisterna romana ubicata sopra la collina e la villa sottostante; – spiega Alderighi – pertanto la dott.ssa Debora Ascione della ditta SAP di Mantova che effettuava la sorveglianza per conto di Terna era in contatto in tempo reale con la dott.ssa Lorella Alderighi funzionario archeologo della Soprintendenza; l’appuntamento con l’archeologia è stato rispettato: al di sotto del manto stradale, nel lato verso la collina sovrastata dalla cisterna romana, sono affiorati resti di strutture in opus reticulatum (opera reticolata) con pietre (cubilia) dello stesso tipo e colore (serpentino e calcare) delle strutture monumentali delle Grotte, ovviamente in relazione con esse”.

“Si ricorda che la strada, costruita in anni recenti, – prosegue Alderighi – ha tagliato in due il complesso delle Grotte, lasciando isolata la cisterna superiore dalla villa sottostante; a suo tempo il funzionario della Soprintendenza dott. Giorgio Monaco che diede avvio agi scavi della villa romana nel 1960 e li proseguì fino al 1972, fece dei saggi archeologici nell’area oggi adibita a parcheggio ma non vi rinvenne strutture; adesso, grazie all’archeologia preventiva prevista per i lavori pubblici, è stato possibile aggiungere nuove informazioni relativamente al complesso delle Grotte, oggetto anche di recenti scavi in concessione da parte dell’Università di Siena con il prof. Franco Cambi, iniziati nel 2020 e tuttora in corso.  L’importante ritrovamento non rallenterà il lavori dell’elettrodotto che proseguiranno secondo il programma già definito”.

“Questa scoperta, casuale se pure attesa, – commenta la funzionaria – giunge in un momento assai opportuno: infatti da poco la Soprintendenza, a seguito di un progetto presentato al Ministero della Cultura, ha ottenuto un finanziamento di 200.000 euro per il restauro, la messa in sicurezza e lo studio delle due cisterne romane delle Grotte, sia di quella superiore che è demaniale e in consegna alla Soprintendenza di Pisa Livorno, sia di quella inferiore che, essendo inglobata all’interno della villa romana, è anch’essa di proprietà della Fondazione “Villa romana delle Grotte”. Questo ritrovamento ed il finanziamento del Ministero della Cultura permetteranno di effettuare anche ulteriori scavi nel terreno di proprietà demaniale, alla ricerca di informazioni e chiarimenti sulla funzione della cisterna superiore e sulla presenza di eventuali altri vani o strutture murarie”.

“Anche per il 2022 nel Comune di Portoferraio, i lavori della Soprintendenza proseguiranno con fondi ministeriali non solo con il completamento dell’intervento di restauro dell’impianto termale romano della Linguella ma anche con nuove ricerche e restauri alle cisterne romane delle Grotte. – conclude Alderighi  – Tali Interventi permetteranno di mettere in luce ancora di più l’importanza di Portoferraio in età antica; un centro portuale economicamente attivo nel quale le strutture di epoca romana sono state in parte demolite e in parte giacciono ancora nascoste sotto le strutture medicee e moderne”.

 

Rilievi e test

📟Fine settimana di rilievi e test alle Grotte.. Con i nuovissimi ricevitori GNSS multicostellazione Emlid Reach RS 2!

🧐Ma di cosa si tratta? Sono strumenti topografici di ultima generazione, che permettono di georiferire rilievi complessi con facilità e precisione centimetrica in pochi secondi.
🎉Diamo il benvenuto a queste due nuove “teste” (che si aggiungono a quelle umane del gruppo di ricerca 🤣), acquistate grazie ad un finanziamento ottenuto dal Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali dell’Università di Siena ed un contributo dell’associazione Archeologia Diffusa – ambiente, paesaggi, società, e che nei prossimi mesi saranno protagoniste delle indagini archeologiche alla Villa romana delle Grotte.

Un doppio fiocco celeste alla Fondazione

La “famiglia” è cresciuta.. Diamo il benvenuto al piccolo Adriano, il bimbo della nostra Claudia Abatino!

👨‍👩‍👧‍👦In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la Fondazione Villa romana delle Grotte e Comune di Portoferraio ricordano che il parco archeologico è diventato Sito accreditato #UNICEF grazie alla creazione di una zona protetta per accogliere genitori e bambini in serenità e comodità.
💙Per la Fondazione l’iniziativa è motivo di particolare gioia, perché nata su ispirazione della recente maternità di ben due delle archeologhe incaricate della ricerca scientifica e scavi archeologici per il progetto #DREAMLand condotto dal Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali dell’Università degli Studi di Siena, con la collaborazione della Soprintendenza Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Pisa e Livorno.

Si legge nel sito UNICEF:

“Allattare non è solo compito delle donne – perché funzioni davvero occorre una rete fatta da governi, famiglie, comunità locali, luoghi di lavoro e sistemi sanitari.”

Per saperne di più leggere questo articolo sulla sua inaugurazione, resa possibile grazie alle amiche del Club Soroptimist Isola d’Elba, agli amici di Recuperando Srl., con la collaborazione di Italia Nostra Arcipelago Toscano.

ARTICOLO INAUGURAZIONE BABY PIT STOP UNICEF 

 

La Giornata Mondiale dei diritti dei bambini si celebra il 20 novembre di ogni anno. La data scelta coincide con il giorno cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e la Convenzione sui diritti del fanciullo, nel 1989.  Sono passati oltre 30 anni dall’adozione di quella convenzione che per la prima volta ha riconosciuto i bambini come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici: la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Adottata nel 1989, l’Italia l’ha ratificata il 27 maggio 1991.

Insieme all’adozione della convenzione si celebra la Giornata Mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine poiché è grazie all’adozione e ratifica di questo documento che in quasi tutti i Paesi del mondo i bambini non solo godono dei diritti fondamentali, ma sono protetti e tutelati.

@Soroptimist Isola d’Elba

Parlano di noi

Ringrazio Francesco Rubat Borel per questo bel servizio.

Prof. Franco Cambi

Qui di seguito l’articolo pubblicato su In Italia Magazine:

 

La Villa Romana delle Grotte, a Portoferraio, non era una villa. A dare l’inattesa notizia, nel corso di una conferenza stampa, è stato il professor Franco Cambi dell’Università di Siena, responsabile del progetto di indagine archeologica sui resti dell’edificio di epoca romana.

 

Il sito archeologico è stato oggetto di una campagna di scavi che ha portato alla luce tra le altre cose un mosaico, oggi in fase di restauro, risalente al I secolo d.C., ma nessuno si aspettava di scoprire che la celebre Villa Romana delle Grotte, in realtà, non era affatto una villa.

La scoperta: “questa non è una villa”

La terza campagna di scavi condotta presso l’area archeologica delle Grotte di Portoferraio, uno splendido esempio di edificio romano che sorgeva per un’estensione di circa due ettari a picco sul mare dell’Elba, ha portato alla luce molti dubbi ed una sola certezza: quella delle Grotte non è una villa.

Lo dice apertamente anche la t-shirt indossata dagli archeologi impegnati negli scavi, che riporta la battuta d’ispirazione magrittiana “Ceci n’est pas une villa” e che è possibile acquistare per sostenere la campagna di ricerca.

Come ha spiegato il professor Cambi “il complesso delle Grotte non è una Villa marittima romana, perché mancano ambienti residenziali tipici delle ville romane”. Al centro delle nuove indagini ci sarà lo studio dell’importante ruolo dell’acqua nell’architettura del complesso romano.

Acqua, acqua, acqua”, ripete il professor Cambi durante la conferenza stampa, introdotta dall’Assessore alla Cultura del Comune di Portoferraio Nadia Mazzei. “L’acqua ha avuto un ruolo fondamentale nell’architettura del complesso romano, per le terme, le tubature, tante piscine e giochi d’acqua, le grandi cisterne”, si legge nella nota pubblicata dalla Fondazione Villa romana delle Grotte, che dal 1994 si occupa della cura e della promozione dell’area.

Tra le importanti scoperte emerse nell’ultima campagna di scavi, l’evidenza che molto probabilmente il complesso delle Grotte ospitasse anche un santuario, come testimoniato dai tanti reperti rinvenuti nel tempo e conservati presso il Museo Archeologico della Linguella.

Il complesso delle Grotte

Il complesso delle Grotte è al centro del Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano, e si crede che il nuovo slancio dato dalla recentissima ed inaspettata scoperta possa ripercuotersi in senso positivo su tutta l’area, un vero e proprio museo archeologico all’aria aperta che si snoda su sette isole, tra cui l’Elba, che ospitano ben 11 musei.

Gli imponenti resti di quella che si credeva sino ad oggi essere una grande villa romana del I secolo a.C. parlano apertamente della presenza di un importante impianto termale: l’ultima scoperta in tal senso è quella della pavimentazione a mosaico dell’apodyterium, lo spogliatoio, oggetto di una recentissima operazione di restauro ad opera della dottoressa Elena Funghini.

La “villa” delle Grotte apparteneva con ogni probabilità alla famiglia dei Valerii: venne costruita su un “podium” in parte naturale a partire dalla fine del I sec. a.C. e fu interessata da una ristrutturazione nel I sec. d.C., in tarda età augustea.

Deve il proprio nome al fatto che le grandi volte del podio su cui si innalzava la struttura ricordavano delle grotte ai navigatori che si avvicinavano via mare. La presenza di grandi villae maritimae è diffusa in tutte le isole dell’Arcipelago, molto noto sin dall’antichità in tutto il Mediterraneo per la posizione strategica delle isole e la ricchezza dei territori.

Molti aristocratici romani decisero di edificare in questa zona residenze estive per lo svago e per il riposo, lontane dagli impegni di Roma. Molte ville marittime, ed uno strano, ricco complesso la cui edificazione fu fortemente legata all’acqua e che da oggi non possiamo più chiamare villa. Si tratta, nelle parole del professor Cambi, di “qualcos’altro che rimane ancora da approfondire”.

 

 

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