Autore: <span>Cecilia</span>

Cammino della Rada

Oggi siamo al Centro Giovani !

Scrivono di noi al CENTRO GIOVANI DI PORTOFERRAIO

 

“Oggi alcuni ragazzi della Scuola Media di Rio ci sono venuti a trovare. Il loro progetto sulla Valorizzazione del territorio prevedeva un’intervista a Cecilia Pacini alla Villa Romana delle Grotte, ma visto il brutto tempo le professoresse ci hanno chiesto di poter fare l’incontro presso i nostri locali.


E visto che c’erano, i ragazzi ci hanno posto molte domande su come funzionano il Centro Giovani e l’Informagiovani, cosa offrono ai ragazzi e al territorio elbano, facendoci anche alcune interessanti proposte e richieste per venire incontro ai loro bisogni. Un bel momento di confronto.


Il Centro Giovani è anche questo!”

Al Centro Giovani di Portoferraio si è parlato con gli studenti di Rio Marina e Cavo di itinerari turistici e culturali, di patrimonio culturale e del valore che ognuno di noi gli attribuisce, della Villa romana delle Grotte e della Rada di Portoferraio fino alla fortezza del Volterraio.  La Fondazione ringrazia per l’invito la socia dell’associazione culturale Italia Nostra Arcipelago Toscano e Guida Parco Alessandra Contiero.

BRAVISSIMI questi ragazzi !

 

Centro Giovani Portoferraio

Archeologia e storia nella rada di Portoferraio, Isola d’Elba

Parco Nazionale Arcipelago Toscano

Italia Nostra Arcipelago Toscano


#radadiPortoferraio #Volterraio #itinerariculturali #itineraritoscani#turismoculturale

 

 

Progetto Bettina

La forza di un progetto

“Intendo per “passione” la capacità di resistenza e di rivolta; la volontà di azione e di dedizione; il coraggio di “sognare in grande”; la coscienza del dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio, senza accontentarci dei mediocri cambiamenti di scena che lasciano tutto com’era prima; il coraggio di dire di no quand’è necessario, anche se dire di sì è più comodo; di non “fare come gli altri”, anche se per questo bisogna pagare un prezzo.”

Gianni Rodari “educazione e passione, 1966”

Scrivono gli archeologi in partenza… “Finisce così la prima campagna di scavi archeologici alla villa romana delle Grotte, dopo la prima stagione di indagini degli anni ‘60. Un’impresa titanica, che fino a pochi anni fa sembrava impossibile.. ma quando un progetto ha solide basi, gambe e braccia volenterose, menti audaci ed il sostegno del territorio.. il risultato supera di gran lunga ogni tipo di aspettativa!

Partiamo con gli occhi pieni della bellezza della villa.. e con le borse piene di documentazione da elaborare
Ci vediamo in primavera”

Cammino della Rada

Le festività di Tutti i Santi e del 2…

” Tutto ciò che amiamo profondamente diventa parte di noi”

(Helen Keller)

All’interno del Parco archeologico della Villa romana delle Grotte una vasta area con panchine all’ombra degli olivi secolari, circondate da una fitta macchia mediterranea, e  panchine rivolte verso il mare e il continente, permette di soffermarsi sulle sfumature del mare, sul colore del cielo, sui venti, le imbarcazioni in arrivo e in partenza.  È di conforto anche per ricordare i propri cari in questo periodo delle Festività di Tutti i Santi, del 2 novembre e tutto l’anno.

Si ripropone un articolo del 2015 scritto per la Fondazione dall’architetto paesaggista Maria Pia Cunico, coautrice di due meravigliosi libri su orti e giardini all’isola d’Elba e nell’Arcipelago Toscano, edizioni Olschki.

“Le panchine di Italia Nostra in ricordo di Tamara. La nostra rada, tra meraviglia amore e tutela“

Come progettista di giardini, ogni volta che concludo il progetto di un parco, quando si chiudono i lavori del cantiere e si aprono i cancelli al pubblico, la prima cosa che voglio capire, già durante i primi giorni di apertura, è se la scelta della collocazione delle panchine nei vari spazi sia stata quella giusta. Negli usi variegati e spesso imprevedibili di uno spazio verde, è infatti molto importante prevedere dove si andrà a sedere la gente, quali spazi verranno privilegiati rispetto ad altri, se davvero avverrà quella “ritualità del ritorno” che è la sola, grande conferma dell’avvenuto consenso al proprio progetto.

La panchina di un parco o di un passeggio è per eccellenza “il luogo dello stare”, è il luogo per leggere, ma anche per dormire, una panchina è il luogo dove abbracciarsi, ma una panchina è anche per lasciarsi. Una panchina è per stare da soli, una panchina è per darsi un appuntamento e per ritrovarsi, una panchina è per stare all’ombra, per sentire un profumo, una panchina è per prendere il sole, una panchina è per ridere, per piangere, per condividere un dolore piuttosto che la merenda.

Nei parchi ottocenteschi la panchina, in ferro o in ghisa ben modellata, aveva un ruolo molto più chiaro perché veniva collocata in genere sui bordi di una radura ombrosa, a segnare una sosta e un belvedere, al di sotto dell’ombra di un viale alberato: il rimando immediato è la panchina di tanti innamorati dei boulevards parigini. Nel giardino contemporaneo invece la panchina diventa a volte una panca, dove si può anche giocare, dove si può suonare o cantare, diventa parte di una piazza, quando il parco diventa un po’ anche piazza urbana, e sembra di avere perduto il senso primario del suo essere come luogo dove poter mettere in fila i propri pensieri. Un progetto di giardino pubblico dovrebbe considerare questi due estremi e tentarne una possibile mediazione, individuando spazi adeguati per il silenzio e per la chiacchiera, per le esigenze di un pubblico sempre diverso, di giorno i vecchi, i bambini, le mamme, di notte i giovani, i rocchettari e i sognatori.

Le panchine alla Fondazione Villa Romana delle Grotte sono state concepite per spazi straordinariamente panoramici.  Il sito archeologico diventa cosi anche parco, luogo di sosta e di incontro, aperto a chi, con curiosità, si riavvicina ai nostri luoghi più cari.  Tamara, amica alla quale sono ispirate, “amava il bello, la cura, l’amore per la cultura e la natura, ne era estasiata, se ne sentiva partecipe e responsabile, ripeteva sempre che non ci si potrà mai stancare delle meraviglie che ci circondano, si soffermava spesso, nell’arco delle sue giornate, nel corso di tutta la sua vita, ad ammirare le persone e le cose”.  Queste panchine sono nate dalla generosità di tanti amici, con una raccolta fondi che, lanciata nel 2015 per il semplice acquisto di una “panchina con vista”, si è arricchita di nuovi fondi e significati che, incredibilmente, lasciano spazio per un secondo progetto simile, per nuove panchine, in nuovi spazi.

Mariapia Cunico

Mariapia Cunico è docente di Architettura del paesaggio presso l’Università IUAV di Venezia, responsabile scientifico di master, corsi di progettazione paesaggistica e restauro del giardino storico presso università italiane e straniere. È responsabile di ricerche su argomenti inerenti la storia del paesaggio e del giardino veneto e autrice di saggi e volumi sull’argomento. Svolge attività professionale occupandosi di progetti di giardini e parchi storici. 

Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione del Comune di Portoferraio Assessorato alla Cultura; Cosimo de’ Medici Srl.

Le panchine di Tamara sono state generosamente donate da tutte quelle persone persone che condividono la meraviglia della nostra Rada.  Si ringraziano i soci di Italia Nostra Arcipelago Toscano; il generoso sponsor, Recuperando Srl. di Forte dei Marmi, i cui titolari, i giovani Giorgio e Malvina Frilli, hanno consegnato e installato personalmente panchine di particolare disegno e fattura; la famiglia Pacchiani; l’Associazione delle Quilters elbane; l’Università del Tempo Libero di Portoferraio.

 

Pannello: grafica dell’arch. George Guida

Quadro: Giovanni Boldini (1842 – 1931) Sulla panchina al Bois, 1872

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