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Le festività di Tutti i Santi e del 2…

” Tutto ciò che amiamo profondamente diventa parte di noi”

(Helen Keller)

All’interno del Parco archeologico della Villa romana delle Grotte una vasta area con panchine all’ombra degli olivi secolari, circondate da una fitta macchia mediterranea, e  panchine rivolte verso il mare e il continente, permette di soffermarsi sulle sfumature del mare, sul colore del cielo, sui venti, le imbarcazioni in arrivo e in partenza.  È di conforto anche per ricordare i propri cari in questo periodo delle Festività di Tutti i Santi, del 2 novembre e tutto l’anno.

Si ripropone un articolo del 2015 scritto per la Fondazione dall’architetto paesaggista Maria Pia Cunico, coautrice di due meravigliosi libri su orti e giardini all’isola d’Elba e nell’Arcipelago Toscano, edizioni Olschki.

“Le panchine di Italia Nostra in ricordo di Tamara. La nostra rada, tra meraviglia amore e tutela“

Come progettista di giardini, ogni volta che concludo il progetto di un parco, quando si chiudono i lavori del cantiere e si aprono i cancelli al pubblico, la prima cosa che voglio capire, già durante i primi giorni di apertura, è se la scelta della collocazione delle panchine nei vari spazi sia stata quella giusta. Negli usi variegati e spesso imprevedibili di uno spazio verde, è infatti molto importante prevedere dove si andrà a sedere la gente, quali spazi verranno privilegiati rispetto ad altri, se davvero avverrà quella “ritualità del ritorno” che è la sola, grande conferma dell’avvenuto consenso al proprio progetto.

La panchina di un parco o di un passeggio è per eccellenza “il luogo dello stare”, è il luogo per leggere, ma anche per dormire, una panchina è il luogo dove abbracciarsi, ma una panchina è anche per lasciarsi. Una panchina è per stare da soli, una panchina è per darsi un appuntamento e per ritrovarsi, una panchina è per stare all’ombra, per sentire un profumo, una panchina è per prendere il sole, una panchina è per ridere, per piangere, per condividere un dolore piuttosto che la merenda.

Nei parchi ottocenteschi la panchina, in ferro o in ghisa ben modellata, aveva un ruolo molto più chiaro perché veniva collocata in genere sui bordi di una radura ombrosa, a segnare una sosta e un belvedere, al di sotto dell’ombra di un viale alberato: il rimando immediato è la panchina di tanti innamorati dei boulevards parigini. Nel giardino contemporaneo invece la panchina diventa a volte una panca, dove si può anche giocare, dove si può suonare o cantare, diventa parte di una piazza, quando il parco diventa un po’ anche piazza urbana, e sembra di avere perduto il senso primario del suo essere come luogo dove poter mettere in fila i propri pensieri. Un progetto di giardino pubblico dovrebbe considerare questi due estremi e tentarne una possibile mediazione, individuando spazi adeguati per il silenzio e per la chiacchiera, per le esigenze di un pubblico sempre diverso, di giorno i vecchi, i bambini, le mamme, di notte i giovani, i rocchettari e i sognatori.

Le panchine alla Fondazione Villa Romana delle Grotte sono state concepite per spazi straordinariamente panoramici.  Il sito archeologico diventa cosi anche parco, luogo di sosta e di incontro, aperto a chi, con curiosità, si riavvicina ai nostri luoghi più cari.  Tamara, amica alla quale sono ispirate, “amava il bello, la cura, l’amore per la cultura e la natura, ne era estasiata, se ne sentiva partecipe e responsabile, ripeteva sempre che non ci si potrà mai stancare delle meraviglie che ci circondano, si soffermava spesso, nell’arco delle sue giornate, nel corso di tutta la sua vita, ad ammirare le persone e le cose”.  Queste panchine sono nate dalla generosità di tanti amici, con una raccolta fondi che, lanciata nel 2015 per il semplice acquisto di una “panchina con vista”, si è arricchita di nuovi fondi e significati che, incredibilmente, lasciano spazio per un secondo progetto simile, per nuove panchine, in nuovi spazi.

Mariapia Cunico

Mariapia Cunico è docente di Architettura del paesaggio presso l’Università IUAV di Venezia, responsabile scientifico di master, corsi di progettazione paesaggistica e restauro del giardino storico presso università italiane e straniere. È responsabile di ricerche su argomenti inerenti la storia del paesaggio e del giardino veneto e autrice di saggi e volumi sull’argomento. Svolge attività professionale occupandosi di progetti di giardini e parchi storici. 

Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione del Comune di Portoferraio Assessorato alla Cultura; Cosimo de’ Medici Srl.

Le panchine di Tamara sono state generosamente donate da tutte quelle persone persone che condividono la meraviglia della nostra Rada.  Si ringraziano i soci di Italia Nostra Arcipelago Toscano; il generoso sponsor, Recuperando Srl. di Forte dei Marmi, i cui titolari, i giovani Giorgio e Malvina Frilli, hanno consegnato e installato personalmente panchine di particolare disegno e fattura; la famiglia Pacchiani; l’Associazione delle Quilters elbane; l’Università del Tempo Libero di Portoferraio.

 

Pannello: grafica dell’arch. George Guida

Quadro: Giovanni Boldini (1842 – 1931) Sulla panchina al Bois, 1872

Accademia della Cucina ospita l’archeologia

Il prof. Franco Cambi, invitato a una cena dell’Accademia della Cucina dell’isola d’Elba e dalla Delegata Rossana Galletti, ha condiviso con gli ospiti e i soci una interessante esposizione sull’archeologia elbana, nella quale sono comprese le ricerche alla Villa romana delle Grotte.

Ecco una registrazione del suo intervento, curata da Pier Paolo Quagliotti.

Le Grotte in trasferta a Capoliveri

Il gruppo di ricercatori dell’Università di Siena, impegnati nello Scavo di San Giovanni, terreno di proprietà Gasparri, e nella Villa delle Grotte, di proprietà della Fondazione omonima, sono stati invitati a partecipare alla Festa dell’Uva di Capoliveri 2019.  

Tutto il paese era in festa da venerdì 6 a domenica 8 ottobre con degustazioni, giochi a tema e soprattutto la gara fra i quattro rioni (Fosso, Fortezza, Torre e Baluardo) per aggiudicarsi la scenografia vivente più bella sul tema della vendemmia e della tradizione. Un evento popolare che recupera la memoria storica di Capoliveri e dell’isola intera nell’ambito della celebrazione della vendemmia.

Ecco selezionate immagini della manifestazione.  Si ringraziano i partecipanti per aver donato alla nostra Fondazione un elemento del fantastico e accurato allestimento scenico ispirato agli antichi romani all’isola d’Elba: otto colonne romane che i visitatori potranno adesso ammirare nel locale della biglietteria.

 

Tutti per le Grotte: una visita con guanti e…

Ormai è una tradizione, le richieste di visita unite all’offerta di collaborazione alla Villa romana delle Grotte sono sempre state “un classico”, fino a diventare una bella consuetudine che si ripete tutto l’anno, ogni anno.

Sabato 13 aprile alle ore 10,00 sarà nostra gradita ospite la drssa Giovanna Villani dell’Ospedale di Portoferraio e il suo Gruppo dei Diabetici per una mattina speciale di conoscenza della Villa, collaborazione e fattivo aiuto.

 Si comincerà con una visita guidata del sito, accompagnati dalla nostra archeologa che spiegherà le novità in corso e supervisionerà le attività.   La villa è molto estesa, una giornata di questo tipo non sarebbe possibile senza l’assistenza dei volontari Luigi Benassi, Paolo Cortini, Arturo Mancusi e Marcello Mellini.

Consigliati sono: abbigliamento sportivo e comodo, calzature da ginnastica o da trekking, leggeri attrezzi da giardino quali guanti, forbici, cesoie, rastrelli, perfino scope (granate).

“Questo tipo di collaborazione, grazie all’entusiasmo dei proponenti – spiegano alla Fondazione – offre un vantaggio: non si tratta di effettuare manutenzione ordinaria o straordinaria, si tratta di curare un sito amato, condiviso, vissuto.  Ogni persona che viene si sente partecipe di quello che, giustamente, considera un bene comune della comunità.”  

“È un’attenzione al patrimonio archeologico – con i corridoi di accesso da tenere in ordine, le scale da tenere pulite, i passaggi sicuri, i lunghissimi muri perimetrali le cui alte pareti spesso infestate, per esempio, dalla tenace edera che ricresce testarda –  e comprende anche il Parco delle Panchine, cioè la zona aperta gratuitamente ai residenti tutto l’anno, vissuta come deve essere, un parco pubblico per i giovani, le famiglie, i bambini, le coppie, i nonni, protagonisti della nostra storia, passata e recente”.

Tutti i cittadini sono invitati a visitare la Villa e la sua manutenzione infinita, per condividere una realtà spettacolare e sempre in evoluzione.

È gradita una donazione minima di 2 euro

Per prenotazioni e informazioni: villaromanalegrotte.it

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