Lave basaltiche e serpentini
I muri ad opus reticolatum della Villa romana delle Grotte (I sec. a.C. – I sec. d.C.)
La Villa venne edificata sul pianoro di lave basaltiche a cuscini che, a San Giovanni, sovrastano la rada di Portoferraio.
I cubilia usati sono di serpentino e calcare a Calpionelle.
Gte. La grande traversata elbana. Geologia e dintorni. Ediz. illustrata
di Giuseppe Tanelli, Ed. DREAm Italia, A cura di A. Allori
“La Villa delle Grotte venne edificata sul pianoro di basalti a cuscini che sovrasta i Precipizi della Regina Alba, e per i suoi bei muri ad opus reticolatum, furono usati cubilia di verde serpentino e di grigio Calcare a Calpionelle. Questa formazione è stata anche per millenni la più usata pietra da calce degli elbani, come testimoniano le tante piccole e grandi calcare sparse nell’isola in prossimità degli affioramenti di questo litotipo. Ivi compresa la calcara della Ballerina a Nisporto, un vero monumento di archeologia industriale.
La GTE sale fino alle pendici di Monte Orello (376 m), da dove proveniva la conduttura idrica che alimentava le cisterne della Villa romana delle Grotte. L’alloro ed il carpino nero sono le essenze caratteristiche del Monte, nel cui pianoro di vetta vi sono numerosi bunker della seconda guerra mondiale, immersi in una estesa pineta di rimboschimento.
La GTE prosegue a settentrione per raggiungere le Picchiaie e congiungersi con la via che porta alle cave di Colle Reciso e alla Fonte degli Schiumoli a quota 160 m. È questa una bella sorgente in testa alla vallata del Fosso di Bucine, che incide i basalti per scorrere poi nella piana alluvionale di San Giovanni fino alla sua foce prossima a San Marco, la bella proprietà della famiglia di Paolo Gasparri.
Nel 2011, archeologi e geologi delle Università di Siena, Firenze e Normale di Pisa, diretti da Franco Cambi e Laura Pagliantini, iniziarono una campagna di scavi sui grandi cumuli di scorie ferrifere presenti lungo costa, con finalità essenzialmente rivolte alla acquisizione di dati sulla metallurgia antica elbana, e con la speranza di individuare resti di forni di riduzione. Forni non ne sono stati trovati, ma sono stati scoperti i resti di una Villa rustica romana costruita alla fine del II sec. a.C. – circa un secolo prima della sovrastante Villa delle Grotte – , e abbandonata a causa di un incendio nel I sec. d.C.
Gli scavi della Villa rustica hanno fra l’altro portato alla luce i dolia della cantina e il nome del produttore del vino: “Hermia”; un nome che, in una straordinaria empatia fra storia ed enologia, è stato dato ad un vino che sta riscuotendo prestigiosi riconoscimenti, prodotto dall’azienda di Antonio Arrighi di Porto Azzurro secondo i canoni della vinificazione romana. I cantieri di scavo sono stati (ri)aperti negli anni, seguendo un modello di “cantiere aperto”, dove il crescendo di scoperte scientifiche si è sviluppato insieme alle istruttive ed affascinanti visite didattiche organizzate per le scuole e per la cittadinanza.”
La grande traversata elbana è un celebre percorso escursionistico, in grande parte inserito nel parco Nazionale dell’arcipelago toscano che, assieme al CAI Isola d’Elba ne cura la segnaletica e la manutenzione. La traversata si sviluppa lungo i sentieri d’altura che per secoli sono state le vie sicure degli elbani per andare dalle terre del ferro ad Oriente, alle lontane terre del granito di fronte alla Corsica. La lettura di questo libro ci porterà in cammino su rocce che narrano una lunga ed affascinante storia geologica che si perde negli incerti tempi del paleozoico antico e del precambriano, la preistoria della geologia, oltre 500 milioni di anni fa. Le stagioni sono segnate dai colori, dai profumi, dalle emozioni, che avvolgono il tuo camminare lungo crinali da dove si aprono paesaggi grandiosi di terra e di mare. Questo ed altro ti offre la lettura di questo libro, una lettura per camminare nei sentieri della natura e della cultura di un angolo del pianeta Terra: il pianeta Elba.