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Novità alla Villa romana di Capo Castello a Cavo

Si apprende che il Comune di Rio ha autorizzato la ripresa delle ricerche alla Villa romana di Capo Castello a CAVO, una delle tre ville marittime romane dell’isola d’Elba, insieme a quella della Linguella e delle Grotte, queste ultime nel Comune di Portoferraio.

A questo proposito si ricorda l’altissimo interesse, curiosità e aspettative dimostrati da elbani e visitatori alla presentazione ufficiale dell’archeologo Marco Firmati a Cavo nel 2015, su invito dell’Amministrazione allora in carica, durante la quale era stata annunciata la creazione di un comitato per il recupero del sito archeologico.

Preme sottolineare l’importanza di questo nuovo recente atto, foriero di novità e soprattutto di una tutela preziosa, con l’auspicio che i resti di questa meravigliosa villa marittima possano un giorno risorgere dal loro oblio e siano fruibili dal pubblico.

La Villa infatti, ignorata da anni, sommersa dalla macchia, fu gravemente compromessa da una strada militare tracciata nell’ ‘800.

​Scriveva l’associazione culturale Italia Nostra nel 2015: “Una recente iniziativa edilizia è stata l’ultima di una serie, lunga, ma divenuta intensa a partire dagli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso, che ha mescolato agli ambienti di una domus tra le più interessanti dell’alto Tirreno una geografia di architetture deprecabili non già perché si sarebbero desiderate diverse da come le vediamo, ma perché semplicemente non avrebbe dovuto esserci. ​

La cementificazione ha accompagnato il più delle volte l’occultamento o la cancellazione delle strutture preesistenti che, studiate da Vincenzo Mellini nell’Ottocento, rilevate e riportate alla luce in alcuni segmenti da saggi di scavo eseguiti, tra il 1970 e il 1972 dal prof. Gianfranco Vanagolli e intorno al 1995 dal dott. Marco Firmati, oggi appaiono realisticamente suscettibili di una possibilità di lettura solo riguardo a un’area estremamente ristretta.”

Si riporta qui di seguito l’estratto di un bell’articolo della prof.ssa Maria Gisella Catuogno pubblicato nell’agosto 2015, in occasione della citata presentazione dell’archeologo Firmati.

“Della Villa romana di Capo Castello si sono interessati storici ed archeologi, tra cui, nel corso dell’Ottocento, Vincenzo Mellini , che le ha dedicato uno studio ampio e particolareggiato nelle sue “Memorie storiche dell’Isola d’Elba”:

 “Parecchi ruderi giganteschi di antichissimi edifizi, sorti o negli ultimi tempi della repubblica o nei primi dell’impero, rimangono all’Elba a provare in qual pregio i patrizi romani tenessero la nostra isola, da indurli a profondervi ingenti somme in grandiose costruzioni:

attrattivi dalla mitezza del clima, dalla salubrità dell’aria e dalla sua postura d’isolamento e nel tempo dalla prossimità del continente, che, consentendo ad essi ozi beati, scevri dalla noia cittadina, permetteva loro di tenere dietro agli avvenimenti che si maturavano e svolgevano nella capitale del mondo.
In questi ruderi primeggiano quelli del Cavo (di Capo Castello) sul Canale di Piombino e quelli delle Grotte nel golfo di Portoferraio”.

Mellini ipotizza una “magnifica”, “grandiosa” villa “della quale i fabbricati di Capo di Mattea e quelli di Colle del Lentisco non erano che necessarie appendici”.

L’ampio edificio, circondato su tre lati da giardini con aiuole di fiori, bordure di vario tipo, sempreverdi, statue e fontane, doveva essere composto dalle parti tipiche della villa romana, si articolava probabilmente su due piani e possedeva “pavimenti marmorei di forme ricche e variate”, spesso a mosaico, mentre le pareti erano “riccamente decorate”. Giorgio Monaco precisa comunque che è enfatico parlare di “ruderi giganteschi”, perché le proporzioni della villa di Capo Castello, “in una magnifica zona panoramica e salubre” dovevano essere “un po’ più del normale” ma senz’altro inferiori a quelle della villa delle Grotte, della quale comunque condivideva la pianta, tutta ad angoli retti, l’uso prevalente di opus reticulatum e di mosaici.

Ai resti dell’importante edificio si è dedicato anche Gianfranco Vanagolli in “Note archeologiche. La Villa Romana di Capo Castello di Cavo”, pubblicate nella “Piaggia” nei primi anni ’90, che compendia i risultati di una campagna di rilievi, che ha portato all’individuazione “un vasto sistema di terrazzamenti digradante dall’apice del promontorio nelle quattro direzione nord, sud, est, ovest. Lavori di pulizia, tesi a porre in evidenza alcune strutture di particolare interesse” hanno permesso “la scoperta di cisterne, mosaici, scale, resti di intonaci”. Lo storico sente il bisogno di aggiungere:

“Non posso concludere senza lamentare che un monumento di singolare interesse, certo tra i maggiori dell’età romana nell’arcipelago, sia stato condannato ad un progressivo degrado che ne ha compromesso in larga parte la leggibilità. Osservata fin dal XVIII secolo, studiata da Vincendo Mellini nell’Ottocento, esaminata più recentemente da Giorgio Monaco, la Villa di Capo Castello non ha però cessato di essere di volta in volta cava di pietre, terreno privilegiato di cercatori di tesori, palestra di vandali, zona franca per noncuranti costruttori. La speranza di una sua valorizzazione attraverso uno scavo, sia pure di ridottissima entità, tante volte richiesto, mi ha praticamente abbandonato. Prevedo con dolore che nell’arco di pochi decenni della bella domus resterà solo il ricordo”.

Nelle sue “Memorie”, Vincenzo Mellini, oltre che della villa di Capo Castello, della quale scrive che “sventuratamente tutti i muri esterni ed interni sono stati distrutti più dalla rabbia e dall’avidità degli uomini che dall’azione degli elementi”, si interessa anche dei resti della costruzione di Capo Mattea piccola sporgenza a sud di Capo Castello, dove “grandeggiava un edifizio dello stesso stile, dello stesso orientamento e della stessa struttura muraria, ma di diversa distribuzione che tutto porta a ritenere che fosse una appendice di essa. Si componeva di tre membri di fabbricato, uno centrale e due laterali, “quello centrale era forse una casa colonica e la dimora dei servi addetti alle navi del padrone, mentre i rimanenti erano probabilmente ad uso, l’uno del fattore, l’altro del navarco […] Nel farvi degli scavi, o per piantarvi vigne o per ricercarvi tesori, vi si rinvennero[…] parecchie monete della prima epoca imperiale […] un sepolcreto […]tre grossi blocchi di marmo”. I muri di questo edificio, con il tempo, sono stati distrutti o ricoperti dalle attuali costruzioni moderne.

Se dalla costa e dai suoi “capi”, si passa sul Colle del Lentisco, troviamo altri interessanti ruderi legati alle costruzioni di cui si è precedentemente parlato.
Qui si trovava infatti la cisterna che assicurava il rifornimento d’acqua agli edifici di Capo di Mattea e Capo Castello. Quest’acqua proveniva da varie fonti: Vignola, Chiusa e Gualdo. Il fabbricato è stato minuziosamente osservato dal Mellini, che ce lo descrive. Alto sul livello del mare 60 metri, era formato da tre stanzoni coperti da volte e comunicanti tra di loro, terminanti nella parte superiore “con una spianata a guisa di terrazza (solarium). Il piccolo fabbricato che sorgeva sul solarium potrebbe essere stato un tempietto con pronao formato da sei colonne di pietra calcarea e di “fattura rusticana”, destinato al culto delle divinità protettrici delle acque e delle sorgenti come le Ninfe e le Driadi o divinità invocate per la salute o la fecondità.
A proposito delle colonne, Mellini ipotizza che esse siano state successivamente utilizzate per la chiesetta di San Bennato, quando il cristianesimo prese il sopravvento sul paganesimo.

 

????Auguri ????

Season’s Greetings ?
from the Roman “Grotte” ❤️
with a special Santa’s “present” full of great expectations in the forthcoming year ???????⭐️???

I migliori auguri per le imminenti Festività
Dalla Villa delle Grotte ??
Con un regalo speciale di Babbo Natale pieno di meravigliose anticipazioni di un lavoro ben fatto per l’anno che sta per iniziare ??⭐️☀️???

Comune di Portoferraio

Mario Brunello -violoncello, violoncello piccolo- ELBA ISOLA MUSICALE D’EUROPA

Lunedì 9 settembre, per quello che è uno degli eventi più attesi, torna all’Elba Mario Brunello, violoncellista tra i più importanti del panorama internazionale, che è un grande amico del Festival ed è “di casa” nell’isola, essendo stato presente in cartellone in tutte le edizioni fin dal 1997.

Brunello sarà il protagonista di un concerto, da non perdere, alla Villa Romana delle Grotte, con inizio alle 18. Il programma, che comprende una selezione di brani barocchi di rara preziosità, prende il via con alcune Ciaccone di compositori anonimi del Diciassettesimo secolo, per poi passare all’esecuzione di una delle celebri Suite per violoncello solo di Bach, la quarta, tra le più affascinanti e tecnicamente più complesse.

Seguirà una Passacaglia di Biber, compositore e violinista austriaco vissuto nella seconda metà del Seicento, mentre la conclusione tocca ancora a Bach, di cui Brunello eseguirà, sul violoncello piccolo, la seconda Partita per violino, una delle sei scritte dal compositore tedesco nel periodo di Cöthen e tra le più conosciute per via della celeberrima Ciaccona che la conclude.

Biglietteria e informazioni:
Portoferraio INFO POINT Calata Depositi (Gattaia)
DA LUNEDÌ 19 AGOSTO A LUNEDÌ 9 SETTEMBRE
10.00/12.30 e 17.00/19.00 dal lunedì al sabato
domenica 8 e lunedì 9 settembre: 10.00/12.30
e-mail : info@elba-music.it
Tel. +39 392 381 54 00

Il Cerboni premia i suoi studenti migliori: Arianna alle…

Un premio per gli studenti più meritevoli dell’Istituto Cerboni.  Tra questi Arianna Vergari, studentessa dell’Istituto #ITGC CAT (geometri) Cerboni Isola D’ELBA con un 100 alla maturità e il suo progetto, un video alla Villa Romana delle Grotte, nell’ambito del Progetto “Il Cammino della Rada”.  Docente responsabile l’ing. Antonio Tucci.  Questo è uno dei progetti di alternanza scuola lavoro nati lo scorso anno scolastico grazie alle proposte create dalla Fondazione Villa Romana delle Grotte per tutte le scuole superiori dell’isola d’Elba, sviluppate con la collaborazione di Italia Nostra Arcipelago Toscano, dell’archeologa Laura Pagliantini e del Gruppo Aithale.

E’ l’iniziativa “Premiamo le eccellenze”, che si è svolta nella mattinata di martedì 30 gennaio, e che la scuola ha organizzato per consegnare borse di studio a chi ha la votazione più alta, compresi anche i 5 studenti che all’esame di maturità 2017 hanno avuto 100 come votazione. I riconoscimenti in denaro, del valore di 100 euro ciascuna sono andati a chi ha ottenuto le massime votazioni alla maturità e a chi ha la media più alta nella scuola,i premi del valore di 50 euro sono andati ai migliori di ogni classe: Sono premi messi a disposizione da alcune aziende del territorio. “Con questa iniziativa vogliamo premiare il merito dei ragazzi – ha spiegato il dirigente scolastico Maria Grazia Battaglini – gli studenti vengono premiati sanno che la loro bravura non è riconosciuta sono dalla scuola ma anche dalle imprese del territorio, tutte aziende di eccellenza nel loro settore”. Per primi sono stati premiati i ragazzi che all’esame di maturità 2017 hanno ottenuto la massima votazione, 100 su 100. Sono stati chiamati dalla dirigente Laura Lopoi, Virginia Marinari, Andrea Esercitato, Luca Pacini e Arianna Vergari. Poi è stata la volta degli studenti con la migliore votazione della scuola, con una media che si attesta tra l’8 e il 9. Questi sono Benedetta Melani, Monika Todorova, Francesco Bartoli, Irene Corsi, Lorenzo Bianchi, Davide Mazzarri, Massimiliano Conte, Romy Sposato, Ambra Gelsi, Alessia La Rosa, Alberto Cherici, Federico Signorini, Manlio Spagnuolo e Francesca Muti. Sono stati poi premiati quelli che all’interno della loro classe hanno la votazione più alta: Elena Sirbul ( ex aequo Alessia Perruccio e Ilaria Guerra), Gina Andreea Lazaroiu, Simone Galeazzi, Serena Cignoni, Lorenzo Carabellese, Iron Tegas, Katerin paperini, Claudia Fusaro ( ex aequo Nicolò Martorella), Alessandro Ottaviano, Marco Pisani, Francesco Serini, Chiara Glauer, Claudia Furnari, Noemi Jennifer Pezza, Francesco Di Monte ( ex aequo Michela Meli), Margherita Papini, Cristian Barra e Ionut Costel Murariu. Un attestato anche agli studenti che si sono impegnati nell’orientamento che ogni anno la scuola fa per chi si iscrive al primo anno: Jasmine Costa, Massimiliano Conte, Federica de Crescenzo, Angelica Baccetti, Valentina Picchi, Davide Melas, Filippo Giannoni, Davide Mazzarri, Sofia Paolini, Agnese Chinchella e Romy Sposato.

 

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